martedì 18 febbraio 2014

La protesta in Messico

Ormai sono molti i popoli nel mondo che vedono calpestati i loro diritti umani da governi che non vogliono, e la gran parte di questi è insorta chiedendo con forza che sia rispettata la dignità delle persone, la libertà di espressione, il diritto alla propria cultura, il diritto a vivere una vita senza dittatura, senza repressione, una vita tranquilla con un lavoro e una famiglia, con la sicurezza per il benessere proprio e del Paese...
E' sulle ultime storie dei popoli vs governi che ho deciso di postare in questi giorni. Non andrò a ritroso nel tempo perché lo scopo è quello di evidenziare quanto le proteste - nel "post-globalizzazione" - accomunano un popolo all'altro. Mentre invece la storia di ogni Paese è a se (...)

Messico. Scontri e proteste per accogliere il nuovo presidente Peña Nieto

Il giorno della cerimonia di insediamento del presidente Enrique Peña Nieto è esplosa la rabbia di giovani, precari e studenti.

nietos

Peña Nieto qualche mese fa aveva vinto le elezioni messicane, un trionfo che era stato molto discusso sopratutto dalla sinistra di Obrador, che invocò pesanti brogli e collusioni con i narcos. In risposta alla cerimonia di insediamento organizzata nella giornata di ieri, il movimento di studenti e opposizione è sceso in piazza a Città del Messico e nelle principali città messicane. Nella capitale, migliaia di persone hanno assediato la zona rossa che circonda il Parlamento, scatenando così la reazione della polizia federale.

Alla fine il bilancio parla di oltre venti feriti, di cui sette molto gravi, 92 fermi e un numero ancora imprecisato di desaparecidos. Convocato da #YoSoy132 e dalle organizzazioni aderenti alla Convención Nacional, l’assedio a San Lazaro, il luogo del potere, è cominciato dalle prime ore del mattino. Il contingente a difesa delle istituzioni era ingente, ma gli studenti sono riusciti a buttare giù una delle barriere metalliche, scatenando il fitto lancio dei lacrimogeni da parte degli agenti.

A partire da questo momento,  è cominciata una vera e propria battaglia campale: da una parte, i giovani manifestanti che con pietre, petardi e molotov cercano di forzare il blocco e, dall’altra, la polizia che, evidentemente sorpresa, reagiva  in maniera scomposta intensificando il lancio dei lacrimogeni e di gas al peperoncino. Sparati anche diversi proiettili di gomma che hanno causato i feriti più gravi, tra cui un 60enne in pericolo di vita. A quel punto i manifestanti, furiosi per il ferimento di alcuni innocenti, hanno cercato di utilizzare un camion per rompere le barriere metalliche, ma l’operazione non è riuscita. Centinaia di giovani, tra cui molte donne, hanno combattuto in prima linea contro gli agenti di polizia, furiosi per via della recente approvazione della riforma del mercato del lavoro che promette un futuro di precarietá, nonostante il titolo di studio.

Gli scontri sono durati fino alle 11, quando la manifestazione si è rimessa in moto per raggiungere Palacio Nacional, dove il neopresidente Peña Nieto doveva tenere discorso alla nazione. Al corteo, oltre a #YoSoy132 e alle realtá studentesche delle principali universitá pubbliche di Cittá del Messico e non solo, hanno partecipato anche il FPDT (Frente de Pueblos en Defiensa de la Tierra), lo SME (Sindicato Mexicano de Electricistas), e la CNTE (Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educación).Insomma un debutto non proprio promettente quello del presidente Peña Nieto, e il Messico si prepara a una nuova stagione di scontri di piazza.

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