sabato 25 febbraio 2012

Donne contro?

Ci sono molte donne che lavorano con passione, ci sono donne che vorrebbero lavorare con passione ma che non hanno un posto di lavoro, e ci sono anche donne che hanno un lavoro  e che invece di dare il meglio di sè danno il peggio...
Dopo aver visto l'ennesima violenza da parte delle maestre (e maestri) d'asilo sui bambini  affidati  alla loro cura, non posso fare a meno di pensare che ci sono anche donne (probabilmente anche madri) che remano contro l'evoluzione della società.
I bambini sono il futuro, non dimentichiamolo!
Inveire con violenza fisica e verbale contro questi "cuccioli d'uomo" indifesi significa traumatizzarli, significa segnare in modo negativo il loro essere e di conseguenza anche il futuro della società intera. Come cresceranno questi bambini? Quali saranno i loro impulsi una volta diventati adulti? Cosa diventeranno dopo aver vissuto questo trauma terrorizzante? Come saranno i loro rapporto interpersonali? Chi/quale sarà il modello che seguiranno?
Mi si stringe il cuore quando sento di queste notizie! E purtroppo la cronaca ce ne racconta sempre più spesso. Ma è tempo di dire BASTA e di AGIRE. Non possiamo permettere che questo accada ancora ed è tempo che le mamme che affidano i loro figli alle tutrici temporanee statali e non (ricordo che questo genere di violenza avviene sia negli asili privati che in quelli statali), siano più tranquille quando lasciano i loro bambini nelle mani delle maestre per poi andare a lavorare/tornare a casa.
Cosa ce l'abbiamo a fare la tecnologia se non la usiamo quando e dove serve? Perché non è stato ancora decretato l'obbligo delle web cam in ogni scuola? (dall'asilo in su direi che non sarebbe male!) Magari si sono messi a discutere sul crocifisso-si/crocifisso-no ma non su come tenere a bada certe persone violente (o semplicemente esaurite, nevrotiche, inadatte a svolgere quel tipo di lavoro)...  Béh forse sto un po' esagerando dicendo "in ogni scuola" visto che viviamo in un paese democratico e proprio per questo le persone devono avere la possibilità di scegliere (in questo caso tra la scuola con web e quella senza).
C'è da dire quindi che ci sono genitori a cui non sembrerebbe rassicurante dover pensare che ci voglia un occhio fisso che sorveglia un'insegnante, che si preoccupano di più (giustamente!) di quello che c'è a monte, andando così a puntare il dito su un altro aspetto: quello della preparazione professionale (e anche della verifica dello stato psicologico, aggiungerei!)
 
E ci sono genitori che invece ritengono sia una buona idea, alle quali non preoccupa l'occhio del grande fratello (che tanto, volente o nolente ci osserva tutti. Sempre! Tant'è che di telecamere c'è ne è a iosa, una in ogni dove: supermercati, banche, gioiellerie, nelle vie del centro, nelle metropolitane, nelle stazioni ferroviarie, nelle case di ognuno che abbia un pc o un telefono mobile...). E questi gradiscono la possibilità di poter verificare in qualsiasi momento che il loro figlio sia affidato in mani sicure.

E poi pensavo al fatto che se le maestre (in generale) non hanno nulla da temere e tantomeno una web cam, dove sarebbe il problema?
Anzi, visto che sarebbero i genitori a potersi collegare direttamente con la scuola (è questa la mia idea-proposta), per questi potrebbe essere addirittura di grande utilità  poter osservare come i bambini interagiscono con i loro pari e con l'insegnante. Potrebbero prendere spunto per adottare anche a casa l'esempio di comportamento che adopera l'insegnante.

Insomma, non bisogna pensare soltanto "a male" guardando alla proposta di usare nelle scuole codesti mezzi tecnologici, bisogna vedere anche il lato positivo no?!


Concludo le mie considerazioni con l'esaustivo e chiaro commento di Flavio Vercillo che vi propongo così, con le sue stesse parole:
"Io provengo da una famiglia d'insegnanti e la scuola è stata sempre tema di discussione nella mia famiglia parlando dei pro e dei contro ma con la fermezza assoluta dell'amore verso i bambini." (...) "Il futuro di un popolo è affidato alle nuove generazioni. Dovere degli adulti provvedere ad EDUCARLI in modo adeguato sia dal punto della civile convivenza che da quello culturale, questi sono i presupposti per un avvenire migliore. Se vengono a mancare tali principi nulla potrà sopperire al futuro decadimento".

Quando frequentavo le scuole elementari mi (e ci) capitava di subire delle vere torture come inginocchiarsi su un pugno di ceci, le bacchettate erano le punizioni meno pesanti. Finalmente negli anni successivi venne introdotto il divieto delle punizioni corporali, ma a sentire e leggere quanto ancora oggi avviene non tutti/e i maestri hanno ben accolto questo criterio di civiltà.
Educare è cosa molto difficile e certamente non tutti/e ne sono capaci. 
L'ordinamento scolastico è un qualcosa che mi sa di rigidità e non come dovrebbe essere di flessibilità.
Assumere un insegnante solo sulla base di una graduatoria, magari residuo di un concorso superato con appena la sufficienza oltre vent'anni addietro, mi sa di beffa. 
Una persona giunta alla soglia dei 40/50 anni, senza aver avuto modo di applicare le sue conoscenze metodologiche d'insegnamento, magari con figli che ormai adulti si trovano nelle stesse condizioni in cui ha versato per tanti anni, porta ad una condizione di odio verso quel mondo che dovrebbe amare.
L'insegnamento è materia assai complessa e purtroppo non tutti ne sono all'altezza. 
Nei pubblici concorsi le prove vertono sul nozionismo e non, anche e sopratutto sul metodo d'insegnamento e sulla capacità di trasmettere il proprio sapere.
Molti insegnanti non riescono a trasmettere con dovizia e perizia il loro sapere e spesso questo loro fallimento li porta ad odiare la scuola e gli scolari che vengono ritenuti la causa del loro fallimento. Anche questo quindi scatena la violenza tra i banchi di scuola.
Oggi è tutto lasciato al caso, nessuno dei dirigenti controlla l'andamento dell'apprendimento delle varie discipline e così generazioni di ragazzi vengono compromessi nel loro avvenire trascinandosi le carenze d'insegnamento.
La violenza non educa, provoca altra violenza ed ecco che si assiste a quelle "bravate" di adolescenti nei confronti dei loro compagni più deboli. 
Un cattivo maestro provoca danni ad intere generazioni, quindi in primis non dovrebbe essere assunto, e se diventasse tale dopo l'assunzione deve essere allontanato dall'insegnamento.
Quanto accaduto è solo uno dei tantissimi casi che accadono quotidianamente nelle nostre scuole.
Una figura che manca tra le docenze è quella dello psicologo che, transitando da una classe all'altra, avrebbe modo di accorgersi di tante cose che non dovrebbero accadere nelle aule scolastiche.
I bambini più ribelli mio padre era solito calmarli con un bacio o con una caramella stimolando in loro un ripensamento e quindi un cambiamento del loro agire. 
Nuovi concorsi e con nuovi metodi sono l'urgenza assoluta del mondo della scuola.
Un mio amatissimo professore soleva ripetere "quando l'alunno non sa è colpa del professore che non sa porgere il suo sapere"!

venerdì 24 febbraio 2012

Cognome materno in Italia

Ospito molto volentieri una breve parte di questo utile ed illuminante articolo  tratto dal blog di Iole Natoli. 

Sappiamo bene che in Italia, al momento, non è previsto che una figlia o un figlio di una coppia sposata possa acquisire alla nascita il cognome di entrambi i genitori, il paterno e il materno, come sarebbe giusto che accadesse. Esiste però una SCORCIATOIA, divenuta da tempo praticabile, da imboccare in una fase successiva e cioè dopo la consueta registrazione all'anagrafe. Si può ricorrere al CAMBIO di COGNOME e risolvere, per via indiretta, il problema.

CAMBIO COGNOME PER MINORI 

Chi volesse che al cognome paterno già posseduto da un figlio venisse aggiunto quello materno può chiedere il cambio di cognome di quello originario, consistente in 1 solo elemento, con uno formato da 2 elementi (cioè il paterno e il materno insieme), anche se il figlio è nato nel matrimonio.

 

per leggere l'articolo integrale cliccare qui: http://cognomematernoitalia.blogspot.com/p/scorciatoie-per-il-doppio-cognome.html

Avendo scritto fin dal giugno 1979 sul cognome materno negato e formulato un progetto di legge sul doppio cognome, Iole avviò nel 1980 a Palermo una causa civile contro lo Stato (la prima che affrontasse l'argomento).

Ma la cosa migliore che possiate fare per conoscere meglio l'autrice e il suo lavoro, è di leggere anche questo articolo http://cognomematernoitalia.blogspot.com/2012/01/societa-per-la-costituenda-rete-delle_8627.html

In quest'ultimo link troverete l'iniziativa creata su fb sempre da Iole ovviamente :)
Dal 1 marzo alle ore 23.30 all'8 marzo alle ore 23.30, in tutta Italia, sarà in atto l'evento
Contro l’invisibilità delle Donne
Per affermare il legittimo diritto delle Madri di non essere cancellate dalla memoria storica dei loro e delle loro discendenti.

Perché i tuoi Figli e le tue Figlie abbiano il diritto di portare anche il cognome della loro Madre ...
CHIEDI per le tue Figlie e i tuoi Figli AL PREFETTO che venga aggiunto il cognome materno al paterno, già attribuito nel matrimonio alla nascita"


https://www.facebook.com/#!/events/214386248658697/
 

mercoledì 22 febbraio 2012

Dol's Magazine

Per chi ancora non conoscesse Dol's Magazine, un sito esistente dal maggio 1999. che si occupa di donne a tutto tondo, evitando la moda e l'estetica
Mi è sembrato il caso di postare nel mio blog il link di questo sito perché io stessa l'ho conosciuta soltanto da qualche giorno. Ma d'altra parte stiamo parlando di (me) una blogger neonata, visto che ho cominciato a viaggiare in internet soltanto dal 2008 e quindi va da se che per tante cose sono rimasta "fuori dal mondo" fino a qualche anno fa.
Ho conosciuto Dol's attraverso la Rete delle Donne https://www.facebook.com/#!/groups/laretedellereti/  che seguivo su fb e che poi mi ha portata ad interessarmi all'iniziativa della Rete delle Reti...
...finestre aperte che si affacciano su altre finestre...
man mano che imparo a conoscere come e per quali motivi usarlo, mi sta piacendo sempre più il web ed è per questo che ho cercato di imparare in fretta a smanettare! Voglio "recuperare il tempo perduto" (e le conoscenze) mentre dimoravo nella grotta ... senza finestre!!   ^_^



offerte di lavoro

Jooble è un sito che offre la possibilità di trovare un lavoro in tutti i paesi del mondo.
Cliccando qui  http://jooble-it.com   vi si aprirà una pagina che vi porterà in ogni dove e potrete scegliere tra le numerose offerte di lavoro quella più adatta a voi.
Personalmente l'ho trovato un buon sito e quindi ho deciso di farvelo conoscere pubblicandolo nel mio blog.

I tempi sono cambiati e dunque è cambiato anche il modo di cercare lavoro.
Non mi resta che augurarvi... buona ricerca!

lunedì 20 febbraio 2012

OMSA

Il caso delle lavoratrici Omsa è in stallo, anzi, sarebbe meglio dire che è in "melina"! Eh si perché tra una richiesta, una trattativa e innumerevoli rinvii si può ben definire melina questa tiritera che (sappiamo bene) non porterà alla riassunzione del personale della fabbrica.
Come per l'Omsa così è per le tante altre fabbriche che hanno deciso di spostarsi all'esterno del territorio italiano, sfruttando la manodopera sottopagata di altri paesi dell'oriente e medioriente ma comunque facendo pagare il prodotto al consumatore a "prezzo pieno".
Quello che penso è che dopo tutte le agevolazioni che queste fabbriche hanno avuto nascendo in Italia, ora risulta ben chiara la depredazione messa in atto negli anni della loro permanenza nel nostro Paese. Ora che si sono trasferite una dopo l'altra all'estero, contribuendo così ad impoverire il PIL e contribuendo ad incrementare soltanto le proprie tasche, ripeto, sottopagando la manodopera e vendendo al dettaglio a prezzo pieno e comunque col marchio made in Italy.
E' comprensibile la rabbia delle lavoratrici Omsa (e anche di tutti gli altri lavoratori Sigma, S. Pellegrino, Benetton, Fiat... e mi fermo qui perché la lista è purtroppo lunga!) ed è insopportabile questa presa in giro mascherata da trattative tra i cassaintegrati e le istituzioni, perché lo sappiamo tutti che non farà tornare codeste fabbriche in quanto non conviene alle tasche dei titolari.

A mio avviso la cosa migliore che si possa offrire alle ragazze Omsa (senza di loro, voglio ricordarlo, le calze non sarebbero potute esserci!) è il macchinario per continuare a realizzare il loro lavoro. Diventerebbero così loro stesse imprenditrici-lavoratrici, e noi, che a quanto pare di calze non possiamo farne a meno, potremmo acquistare il loro prodotto (italianissimo) piuttosto che quello della Omsa o della S.Pellegrino (ormai straniere).
Altro che cassainegrazione e meline!
Le istituzioni, se vogliono davvero dare una mano a far crescere il PIL,d ovrebbero fare in modo che il lavoro resti in Italia, e se non riescono a convincere le fabbriche a restare, dovrebbero perlomeno agevolare i cassintegrati (cioè quelle persone che sono anche la preziosa e indispensabile manodopera) a realizzare un progetto di lavoro, di produzione di beni di consumo, acciocché la dignità di essere e il diritto al lavoro possa tornare a far parte della Costituzione italiana non solo su carta.
Non c'è più tempo per le chiacchiere vuote se vogliamo davvero che le condizioni del nostro Paese diventino migliori.