giovedì 15 marzo 2012

L'Italia stupra in silenzio

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La storia di Anna Maria
Ho da segnalarvi due iniziative che riguardano la drammatica situazione sulla violenza sessuale in Italia.

Ieri Lorella Zanardo ha scritto una sorta di appello a fare qualcosa (riunione/manifestazione) per difendere non più solo le ragazze ma anche le bambine, citando i ben tre episodi di violenza sessuale che ieri sarebbero accaduti a distanza di poche ore (due sono ragazzine di 13 anni).

Oggi su twitter è partito il lancio dell'hastag #italyrapesinsilence (l'Italia stupra in silenzio). Usatelo, usiamolo tutt* per mettere in rilievo l'argomento.

Inoltre è stata lanciata recentemente un'idea sul blog Ci riprovo per sostenere le vittime di violenza sessuale partendo dalla vicenda e dall'appello contro l'omertà di Anna Maria Scarfò, una ragazza di 25 anni che dopo aver denunciato e fatto condannare i sei aguzzini che la violentarono a 13 anni ora vive in una località protetta. "Dal giorno in cui ho deciso di ribellarmi e di dire basta, sono stata condannata dal mio stesso paese" dice Anna Maria.

Scrive dunque Lola su Ci riprovo: "Oggi il pensiero di Anna Maria mi ha immediatamente riportata ai racconti delle femministe degli anni '70. A "Processo per stupro", alle donne stuprate che diventano imputate. 
Alle risate, alle battute volgari dette a mezza bocca, alle domande che vogliono umiliarti, che vogliono che tu ammetta che te la sei cercata, che sei una facile, una puttana, una che poi si è pentita e ora vuole distruggere intere famiglie.

E una compagna, parlandone, chiede: "e ora ditemi, cosa è cambiato?"
Di getto, ho risposto: "che non siamo in tribunale con le accusate".


E' così assurdo pensare di ricominciare a farlo?
Non dico di girare per tutti i tribunali del paese, ma di organizzarci ognuna nella propria (città, ndr) per dimostrare solidarietà alle donne che si trovano sole a dover affrontare un "processo per stupro". 
Italy rapes in silence. Rompiamo il silenzio.

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