lunedì 7 maggio 2012

Le parole per dirlo


Raccomandazioni della Federazione internazionale dei giornalisti - Ifj 
per l'informazione sulla violenza contro le donne 

Ecco il decalogo delle Raccomandazioni per l'informazione sulla violenza di genere, stilati dalla Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj).
 


1. Identificare la violenza inflitta alle donne in maniera esatta attraverso la definizione internazionale inclusa nella Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1993 circa l'eliminazione della violenza nei confronti delle donne. 

2. Utilizzare un linguaggio esatto e libero da pregiudizi. Ad esempio, uno stupro o un tentato stupro non possono venire assimilati ad una normale relazione sessuale; inoltre il traffico di donne non va confuso con la prostituzione. I giornalisti dovranno riflettere sul grado di dettagli che desiderano rivelare. L'eccesso di dettagli rischia di far precipitare il reportage nel sensazionalismo. Così come l'assenza di dettagli rischia di ridurre o banalizzare la gravità della situazione. Evitare di colpevolizzare in qualche modo la persona sopravvissuta alla violenza ("se l'è cercata") o di far intendere che è responsabile degli attacchi o degli atti di violenza subiti. 

3. Le persone colpite da questo genere di trauma non sempre desiderano venir definite "vittime", a meno che non utilizzino esse stesse questa parola. Venir etichettati può infatti far molto male. Un termine più appropriato potrebbe essere "sopravvissuta". 

4. Un reportage responsabile implica l'assunzione dei bisogni della sopravvissuta anche al di là dell'intervista. E' opportuno che l'intervistatrice sia una donna. Il luogo dell'intervista dev'essere sicuro e riservato, nella consapevolezza che può innescare un dramma sociale. Sta ai media evitare di esporre la persona intervistata ad ulteriori abusi: certi comportamenti ne possono mettere a rischio la qualità della vita e la posizione in seno alla comunità d'appartenenza. 

5. Trattare la sopravvissuta con rispetto. Informandola cioè, in maniera completa e dettagliata, circa i soggetti citati nel corso dell'intervista e le modalità d'utilizzazione dell'intervista stessa. Le sopravvissute hanno il diritto di rifiutarsi sia di rispondere alle domande sia di divulgare informazioni ulteriori rispetto a quelle che desiderano rivelare. Il giornalista deve lasciare alla persona intervistata le proprie coordinate, per permetterle di ritornare in contatto se lo desidera o ne ha necessità. 

6. L'uso di statistiche e informazioni sull'ambito sociale permette di collocare la violenza nel proprio contesto, entro una comunità o un conflitto. I lettori e gli spettatori hanno bisogno di un'informazione su larga scala. Utilizzare l'opinione di esperti, come quelli dei DART (Centri post-traumatici), amplifica la comprensione del pubblico e fornisce informazioni precise ed utili, contribuendo a sconfiggere l'idea che la violenza contro le donne sia una tragedia inesplicabile e irrisolvibile. 

7. Raccontare la vicenda per intero: spesso i media isolano degli incidenti specifici e si concentrano sul loro aspetto tragico. Sarebbe invece conveniente mostrare anche come la violenza s'iscriva in un problema sociale ricorrente, proprio d'una guerra o della storia d'una comunità. 

8. Difendere la riservatezza: fra i doveri etici dei giornalisti c'è la responsabilità di non citare i nomi o identificare i luoghi la cui identificazione potrebbe mettere a rischio la sicurezza e l serenità dei sopravvissuti e dei loro testimoni. Una posta particolarmente importante allorché i responsabili della violenza sono forze dell'ordine, forze armate impegnate in un conflitto, funzionari di uno stato o d'un governo o infine membri di organizzazioni potenti. 

9. Utilizzare le fonti locali: i media che assumono informazioni da esperti, organizzazioni di donne o territoriali su quali possano essere le migliori tecniche d'intervista, le domande opportune e le regole del posto otterranno buoni risultati ed eviteranno situazioni imbarazzanti o ostili; come ad esempio che un cameraman o un giornalista s'introducano in spazi appartati. Da qui l'utilità d'informarsi precedentemente su costumi e contesti culturali locali. 

10. Fornire informazioni utili: un reportage che citi recapiti e coordinate degli intermediari, delle organizzazioni e dei servizi d'assistenza svolge una funzione utile e spesso vitale nei confronti dei sopravvissuti, di testimoni e loro familiari, ma anche di tutte le altre persone che potranno venire colpite da un'analoga violenza.


fonte: http://giulia.globalist.it/Detail_News_Display?ID=15625&typeb=0

Nessun commento:

Posta un commento