domenica 27 gennaio 2013

"Cara Memoria, che fine stai facendo?"

27 gennaio: In occasione della Giornata della Memoria per ricordare le vittime del nazifascismo  una ragazza di 14 anni ha scritto un bellissimo tema, durante un compito in classe. Desidero ospitarlo sul mio blog perché mi ha fatto venire i brividi mentre lo leggevo, dunque... vi passo l'emozione: 


Ventisette gennaio, giornata della Memoria per ricordare le vittime del nazifascismo. Dal binario 16 di Santa Maria Novella domani partirà il treno della Memoria, direzione Auschwitz a conclusione di un viaggio di studio e riflessione.

Di seguito il tema scritto da una studentessa del primo anno del liceo scientifico Gobetti di Firenze, Irene Rinaldi.

"Conoscere bene gli eventi del passato aiuta a vivere in modo piu’ consapevole il presente e a progettare un futuro possibile e migliore.  Per questo possiamo affermare che la Memoria genera speranza… Sei d’accordo?"


"Cara Memoria,
Dove sei? Che fine stai facendo?
Salgono al potere partiti neonazisti, si usano simboli in puro stile Hitleriano, si uccidono le persone di colore… Ma in che mondo ci hai lasciati? Perche’ te ne vai?
Lo so perché: tu scappi apparentemente, ma in verità è la gente che non ti vuole, ti evita, si allontana il più possibile da te, o forse semplicemente non ti conosce, probabilmente sì,  è proprio questo il problema: “la gente non ti conosce” la stupidità sta “rubando” i cervelli e i cuori, e i dittatori quando trovano l’ignoranza la coltivano. Ma i frutti poi mica li vendono, li raccolgono brutalmente, li sbattono in cassette di plastica verde, uno sopra l’altro, ne fanno cibo per i loro denti; e una volta azzannati dalle tiranniche fauci del “padrone”, non ce la fanno a scappare i frutti.
Allora ci devi aiutare tu, ma non ci devi aiutare a scappare dalle “fauci” ci devi aiutare a non finirci proprio: ci devi spiegare che una cosa del genere pochissimo tempo fa ha fatto morire cinquanta milioni di persone, devi raccontarcelo, devi!
Come lo costruiamo, noi giovani,  un futuro senza di te?
Noi ci impegniamo, studiamo il passato ed urliamo a tutto il mondo le brutalità che l’hanno costruito, ma senza che la gente si fidi di te, capisca che tu sei vera,  che non narri di favole con l’orco cattivo, ma racconti la triste verità  di sei milioni di persone che trasportavano pesanti incudini in mano, magari con una scarpa sola, soffocate da un recinto spinato e che poi, una dopo l’altra, sono state uccise dalla noncuranza di una mano armata, chi lo capisce che non può esserci futuro? Come glielo diciamo alle persone qua intorno che non c’è speranza?
C’è bisogno di te: prendi il cuore, la mente di ogni individuo e portalo a ragionare, non perderti in chiacchere dicendo che ciascun uomo deve avere la dignità di un altro, che il mondo è bello perché è vario, quello lo capiscono in pochi, sii concreta, diretta, di’ che non c’è futuro senza di te, che tutto andrà ad aggravarsi, non poco. Spiegalo che una delle poche speranze sei tu, l’aspettativa, la possibilità.
Resisti, ti prego, non darla vinta agli stupidi, rimani, perché solo così sarà possibile andare incontro alla soluzione alle numerose ingiustizie dell’umanità attuale.
Con affetto Irene"
 
(26 gennaio 2013)

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